“Arte in Porto”, manifestazione che ha ampliato il pacchetto eventi estivo della Gallura – Costa Smeralda, continua questo giovedì 24/08 con una serata “cocktail-art” con il ritorno a grande richiesta della ritrattista Eliane Aerts e all’insegna della musica con 432 Hz Music Jyotishmati Project.
Il Grande Ritorno di Eliane Aerts
Eliane Aerts ritrattista di origine Belga che da decenni ha fatto della Gallura Costa Smeralda la sua patria d’elezione. Figlia di un grande pittore belga, Eliane Aerts, è stata iniziata al mondo dell’arte e del colore fin da piccola, quando sotto la guida del padre comincia da apprendere i rudimenti dell’uso della matita e del colore.
La sua formazione avviene presso l’Accademia di Belle Arti di Anversa, e poi a Parigi all’Accademia della Grande Chaumiers. Dopo numerose esperienze artistiche in Provenza, Spagna, Germania e Danimarca, Eliane Aerts approda a San Pantaleo che diventa la sua seconda casa, dove diventa famosa come interior-designer per aver lavorato con i piùimportanti architetti della Costa Smeralda e dove ha aperto un suo atelier.
Di lei si è detto [cit.] “Una “pentita” del vecchio modo di decorare, che nei primissimi anni della Costa Smeralda decorava ville e alberghi con Savin Couëlle. Mentre negli anni ‘60 suo marito Olaf Christiansen scopriva San Pantaleo, Eliane, oggi affermata pittrice, decorava le case delle vacanze con lo stile provenzale allora di moda. In Eliane non c’è solo estro artistico, c’è un senso artistico supportato da – cosa piuttosto rara – una solida cultura umanistica, proveniente dall’ esperienza di una vita passata a parlare d’arte e stile. Sintomatico dell’evoluzione di questa designer è la sua disponibilità a continuare le esperienze del passato in chiave completamente diversa. La troviamo oggi promotrice d’incontri d’arte nel suo atelier alle porte di San Pantaleo e depositaria di una sensibilità in continua evoluzione, come tutti vorremmo che fosse la Costa Smeralda del futuro”.
Gli Ospiti della Serata
– SIMONA TAVASSI a ARTE in PORTO
Il sole, sulla sabbia, di te guerriera dormiente
Nell’oro languido si bagna delle chiome e si riscalda (Mallarmé)
Intarsi, ferite e squarci, bagliori e prospettive generati dalla sovrapposizione di frammenti di tele dipinte, quasi una variante dei papiers découpés con cui Matisse associava «il disegno al colore, con uno stesso movimento». Lungo questa strada, Simona Tavassi si è liberata del disegno sia come pratica dal vero – da lei solidamente padroneggiata – sia come progettazione preventiva, per lasciarsi guidare dal crescere della composizione su se stessa, sovrapponendo strato su strato i tessuti dipinti.
Questi tasselli di colore procedono dalla declinazione in chiave contemporanea delle antiche pratiche di bottega in cui la tavolozza risultava dalla diretta macinazione delle terre, poi unite al legante oleoso. Allo stesso modo Tavassi, pittrice moderna, dispone la propria tastiera cromatica mescolando i pigmenti e le resine viniliche, e su questa ricerca gli accordi sommessi degli ocra, dei viola e degli azzurri, oppure suona drammatici accostamenti di rossi e di neri, di bianchi e di marroni.
Tale lenta sedimentazione della materia cromatica aderente alla stoffa, produce uno spazio fitto in cui anche i vuoti sono “pieni” di colore, e composizioni serrate che alludono a territori naturali, come Il mio mare. Così si osserva il digradare verso l’orizzonte solcato da una vela di colline e campi, inquadrati da un arco di pietra, dai muri di un vicolo, o dal telaio di una finestra, oppure ci si libra a volo d’uccello sulla scacchiera degli appezzamenti coltivati o davanti alle striature atmosferiche del tramonto, diventate solide come le venature del marmo.
Di fronte ad altri lavori, invece, si vaga tra paesaggi dell’anima e archetipiche condizioni esistenziali, guidati dagli echi mitologici e dalle suggestioni letterarie evocate dai titoli: è il caso di Inferno e di Paradiso. In questi casi la consistenza dei materiali, idealmente, si ricongiunge all’universo sognante e spettrale di Klee, in cui i supporti ricercati producono involontarie sinestesie, e la superficie pittorica oscilla incessantemente tra l’illusionismo verticale dello spazio prospettico e l’opacità orizzontale del piano su cui si scrive e si lavora.
– MASSIMO GOLFIERI a ARTE in PORTO
Massimo Golfieri, si diploma nel 1976 all’Accademia di Belle Arti di Bologna. Fotografo e grafico, dal 1978 al 1986 alterna la sua attività free lance con quella di programmista regista in emittenti private. Dal 1987 lavora come grafico anche per l’industria ceramica e nel 1990 apre il proprio studio a Imola. Attraverso l’elaborazione digitale delle proprie immagini fotografiche esplora le frontiere dell’illustrazione nella applicazione grafica, creando visioni suggestive e originali.
“Fotografare con Lentezza”
procede su diverse linee di ricerca parallele a livello tecnico e narrativo, attraversate da un comune filo poetico e dalla costante che tra un’immagine e chi la guarda passa sempre un pensiero. Convinto sostenitore dello “Slow Scoop” ha realizzato reportages di carattere artistico/etnografico dilatati nel tempo, in bianco e nero analogico spesso colorato a mano con le tecniche classiche dei pittorialisti, su stampe fine art. Documentatore di eventi sociali e artistici, le sue immagini a sfondo sociale
hanno spesso militato in circuiti indipendenti…spesso abbina le proprie immagini alla scrittura, a testi e poesie di autori e poeti con cui collabora anche per pubblicazioni editoriali. Ha pubblicato per Spirali (MI), Il Maestrale (NU), Sensibili alle Foglie (RM), Private, Marie Claire, Vogue, eccc…ha esposto in diverse
città italiane ed europee…vive e lavora a Imola.
432 Hz Music Jyotishmati Project
MATTEO GIORGIONI è un compositore libero, attraverso i suoi brani, si racconta, evoca messaggi universali di pace favorendo relazioni tra tutto ciò che vibra, che è frequenza, che vive
Il suo pianoforte e le sue esibizioni sono accordati a 432 Hz, frutto di una decisione recente avvenuta dopo l’incontro con le teorie scientifiche di Masaru Emoto. Il suo riscoprire antiche
credenze di popoli arcaici nativi indigeni perfettamente avanza con le recenti scoperte in materia di Fisica Quantistica, che studia le relazioni tra oggetti e le vibrazioni degli stessi: ne risulta la diffusione di amore e pace e il riequilibrio energetico di tutti coloro che seguono la sua musica.
Il progetto JYOTISHMATI, in sinergia con il compositore Matteo Giorgioni ha unito l’aspetto artistico musicale con un’idea di guarigione e di amore per se stessi, per la natura, per il tutto.
JYOTISHMATI PROJECT sono mantra musicati con armonie e melodie inedite accordate a 432 Hz con tutta la loro potenza sonora in sanscrito e in inglese, prendendo spunto da tradizioni buddiste, induiste e sciamaniche (ho’hoponopono). L’ esibizione dal vivo di questa musica con pianoforte e ausilio di loop-station in luoghi naturali e sacri ha come obiettivo la diffusione la condivisione di pace e amore.
Ogni giorno che passa, Bianca mi insegna grandi cose. Le volte in cui si apprende di più è quando li si lascia…. liberi e leggeri. Loro ti spingono oltre i tuoi schemi, oltre le tue pesantezze e illuminano le tue ombre. Il granito oramai è la sua
seconda casa, si muove con disinvoltura tra una pietra che come dice lei “sembra silenziosa ma può esser pericolosa”. Già.. può essere. Quasi tutto può essere pericoloso… dipende da noi, dall’attenzione, dalla connessione e dal ridimensionamento dei condizionamenti esterni.
Il nostro cuore sa quali sono i veri pericoli ma fanno di tutto per distrarci ed inzupparci di paure. Difficile essere leggeri come piume in questo periodo, ma del resto quando lo è mai stato per noi esseri
umani ???? Eppure per i bambini è sempre tempo di giocare, di volare, di ridere e soprattutto… di scoprire. Non dimentichiamoci quante cose ci sono ancora da scoprire o rivedere o rivalutare. Una semplice piuma bagnata dal mare può trasformarsi in un’antenna di energia che danza al suono del vento. Grazie Bianca che mi ricordi delle nostre PIUME invisibili, nascoste dietro le nostre scapole. Se chiudiamo gli occhi possiam vederle e volare verso l’amore per noi stessi e la nostra gioia.
Namaste
IN LAK ECH